La colonscopia virtuale - Intervista al Dott. Matteo Cuccuini

Lunedi 19 Aprile 2021

La colonscopia virtuale è un’indagine radiologica non invasiva che consente di studiare sia la parete del colon, simulando la colonscopia tradizionale, che lo spazio anatomico circostante. Abbiamo intervistato il Dott. Matteo Cuccuini, specialista in Radiologia presso l'Istituto Radiologico Toscano, per avere maggiori dettagli su questa tecnica innovativa.

 

Che cos’è la colonscopia virtuale?

La colonscopia virtuale è un esame radiologico che fornisce immagini simili a quelle dell’endoscopia, permettendo di visualizzare la superficie mucosa del colon come in un’animazione grafica. In questo modo si possono evidenziare le irregolarità della superficie (come nel caso di polipi o tumori), buchi di parete (come nel caso di diverticoli), stenosi e ostruzioni del lume.

La tecnica è in uso fin dagli anni ’90 e si è affinata nel tempo arrivando ad avere accuratezza diagnostica paragonabile a quella della videocolonscopia ottica tradizionale.

 

Quali patologie sono connesse con l’esame di colonscopia virtuale?

La colonTC viene solitamente utilizzata per identificazione e valutazione pre-operatoria della patologia neoplastica del colon (polipi e cancro), nello studio della malattia diverticolare, nella valutazione di aderenze (pensiamo ad esempio a chi ha subito interventi addominali, ad una patologia ginecologica particolare quale l’endometriosi etc.) e in tutti quei casi in cui ci sia bisogno di una visione panoramica d’insieme della cornice colica.

 

Quali sono le indicazioni principali di questa tecnica radiologica?

Indicazione principale risulta ad oggi il completamento dello studio del colon in tutte quelle situazioni in cui l’esame endoscopico tradizionale non sia stato portato a termine per diversi motivi: a causa di scarsa pulizia, diverticolosi marcata con elevato rischio perforativo, intolleranza del paziente, eccessiva rigidità parietale, presenza di stenosi invalicabili dallo strumento (ad esempio neoplastiche). 

Non risentendo di ostacoli meccanici, la metodica consente il necessario completamento diagnostico, praticamente in tutti i casi e senza rischi.

La colonTC può inoltre sostituirsi alla videocolonscopia tradizionale in tutti quei pazienti “fragili” per i quali l’esame ottico risulterebbe maggiormente rischioso, ma che hanno comunque necessità di escludere una patologia intestinale, perché affetti da rettorragie o anomalie dell’alvo (stipsi/diarrea): ad esempio anziani, pazienti sottoposti a terapia anticoagulante, oppure già sottoposti a chirurgia addominale/intestinale, pazienti defedati etc… È un esame fondamentale per il planning chirurgico.

Infine un’indicazione più “tecnica”: la colonTC eseguita contestualmente ad una TC del torace e dell’addome con mezzo di contrasto permette in un solo step di fornire un bilancio complessivo di malattia (la cosiddetta stadiazione TNM) in caso di cancro del colon-retto fornendo in maniera rapida al chirurgo/oncologo/terapista un quadro completo per impostare le adeguate cure.

Una curiosità: nel nostro centro diagnostico a Pistoia abbiamo un ottimo servizio di endoscopia digestiva col quale collaboriamo da anni. Questo ci consente di fornire ai nostri pazienti un servizio aggiuntivo: nel caso il medico endoscopista non riesca a portare a termine lo studio del colon, spesso è possibile sottoporre il paziente al completamento colonTC nella stessa giornata o al più tardi nella mattinata successiva senza dover ripetere la preparazione intestinale. 

 

Che preparazione bisogna fare per la ColonTC? Cosa si può mangiare la sera prima?

La preparazione intestinale da fare a casa è percepita dai pazienti come la fase più fastidiosa dell’intera procedura, ma deve essere correttamente eseguita perché una buona pulizia intestinale è imprescindibile per un’elevata accuratezza diagnostica.

A tale scopo si sono sviluppate nel corso degli anni diverse efficaci “preparazioni” dietetiche e farmacologiche da adattare alla tipologia di paziente.

Si spazia da semplice dieta povera di scorie ed aumentato introito liquido associati a farmaci pseudo-lassativi usati per ammorbidire le feci, a preparazioni più complete che prevedono uso di lassativi più efficaci che consentono di ottenere maggiore pulizia.

La durata della preparazione varia anch’essa e genericamente è più lunga (circa 3 giorni) per i protocolli considerati più “leggeri” che necessitano di più tempo per ripulire adeguatamente il lume intestinale, mentre può essere temporalmente più ridotta per i protocolli più “completi”.

Nel nostro centro (ove l’indicazione principale all’esame risulti il completamento di endoscopie non portate a termine per stipsi o dolicocolon), per esigenze organizzative e onde ridurre il numero di esami inadeguati, è attualmente in uso un protocollo completo e rapido, simile a quello usato per l’esame tradizionale.

I pazienti ricevono indicazioni al momento della prenotazione, se necessario previo colloquio telefonico col medico radiologo.

 

Come si svolge l’indagine?

Dopo aver fatto l’adeguata preparazione a casa, il paziente si reca presso il centro diagnostico 3 ore prima dell’ora stabilita per il suo appuntamento. 

Eventuali feci rimaste devono essere “marcate” cioè verniciate per così dire, da un mezzo di contrasto organo-iodato assunto per bocca, innocuo dal punto di vista renale e praticamente scevro di rischi e complicanze.

Dopo aver escluso eventuali contro-indicazioni, il personale sanitario del centro gli fornisce una soluzione di mezzo di contrasto e acqua da assumere nella successiva mezz’ora circa. La sostanza impiega circa 3 ore prima di arrivare al colon.

Una volta pronto, il paziente viene fatto accomodare nello spogliatoio della sala TC dove gli viene fatta indossare una vestaglietta monouso. Si posiziona supino sul lettino dell’apparecchiatura TC e l’infermiere o il medico anestesista (sempre presente) procedono a reperire un accesso venoso attraverso il quale viene iniettato un farmaco utile per limitare il fastidio durante l’esame e ridurre i movimenti dell’intestino.

Il medico radiologo procede poi ad inserire per via rettale un piccolo e corto catetere. La procedura non comporta nessun dolore.

Attraverso questo piccolo catetere con meccanismo manuale o mediante insufflatore automatico, viene soffiata aria o anidride carbonica in quantità sufficiente a distendere le pareti dell’intestino.

Utilizzando una bassa dose radiante vengono quindi effettuate due scansioni TC a respiro trattenuto, della durata media di 10 secondi ciascuna, sia in posizione supina che prona. 

La somministrazione di mezzo di contrasto endovenoso viene eseguita solo nei casi in cui venga richiesta una valutazione pre-operatoria di patologie del colon-retto già diagnosticate.

Terminate le scansioni, l’aria viene eliminata ed il catetere rimosso.

 

Che differenza c’è con la colonscopia tradizionale?

VANTAGGI

Essendo una metodica “virtuale” che non necessita dell’introduzione di sonde endoscopiche, la ColonTC risulta molto meno invasiva della sua “cugina” tradizionale, consentendo di sottoporre ad indagine praticamente qualsiasi categoria di paziente e di completare lo studio diagnostico laddove la colonscopia ottica ha, per così dire, fallito.

La colon virtuale consente inoltre una valutazione panoramica dell’intero colon e la visualizzazione dello spessore parietale, del tessuto attorno e all’esterno della parete, fornendo al chirurgo informazioni fondamentali per la programmazione terapeutica che la colonscopia tradizionale non consente di ottenere.

L’esame stesso è molto ben tollerato dai pazienti e non richiede nessun tipo di sedazione, a differenza della colonscopia ottica.

 

ACCURATEZZA

L’accuratezza diagnostica nel riscontro di malattia neoplastica poliposica risulta del tutto sovrapponibile quando la tecnica è ben eseguita. Entrambe le metodiche riescono ad identificare con la medesima efficacia polipi superiori ai 5 mm, I polipi con dimensioni più piccole possono essere comunque individuati, ma rivestono minore importanza clinica, essendo per la maggior parte polipi infiammatori/iperplastici e non precursori di tumore.

In caso di veri e propri tumori maligni (di dimensioni solitamente maggiore rispetto ai polipi) l’accuratezza della colonTC si avvicina al 100%.

Infine esistono lesioni della parete cosiddette “piatte” che, non sporgendo di molto dalla parete si rendono meno evidenti. 

 

SVANTAGGI

La colonTC comporta l’utilizzo di radiazioni ionizzanti, ma le nuove tecnologie hanno consentito di ridurre negli anni la quantità di radiazioni erogate dalle apparecchiature pur mantenendo elevate le prestazioni dell’esame.

La scansione TC ha una durata di pochissimi secondi e le radiazioni ionizzanti somministrate al paziente sono in quantità notevolmente inferiore rispetto, ad esempio, ad un esame TC dell’addome standard e anche di un clisma RX a doppio contrasto.

Il principale svantaggio è quello di non essere una metodica “operativa”, ma soltanto diagnostica: non si possono quindi eseguire prelievi bioptici o rimuovere eventuali polipi.

Inoltre la valutazione di stati “infiammatori” intestinali (come avviene nelle coliti, M. di Chron, Rettocolite ulcerosa etc.) è meno efficace rispetto all’esame ottico tradizionale: non è infatti possibile identificare stati di iperemia o sanguinamento della superficie mucosa.

 

Cosa si vede nel referto oltre al colon?

Il medico radiologo effettua durante l’indagine una valutazione iniziale sullo schermo dell’apparecchiatura TC per assicurarsi che l’esame sia ben eseguito (adeguata pulizia, sufficiente insufflazione etc). Successivamente le immagini sono rielaborate al computer e accuratamente valutate.

Non è possibile quindi ottenere una risposta immediata al termine dell’indagine.
Ad esempio, nel nostro centro il referto viene consegnato il giorno successivo all’indagine, salvo esigenze/casi particolari.

Poiché l'esame viene volutamente eseguito a dose di radiazioni molto bassa e nella maggior parte dei casi senza mezzo di contrasto per via endovenosa, non è possibile studiare con accuratezza l’addome.
 

Si possono tuttavia identificare alcune eventuali patologie extracoliche con una valutazione grossolana e richiedere comunque un approfondimento diagnostico ulteriore: aneurismi dell'aorta addominale, calcoli delle vie urinarie o delle vie biliari, etc.

 

Ci sono controindicazioni?

Le principali controindicazioni all’esame sono poche e consistono in quelle condizioni che aumentano il rischio perforativo. Ad esempio, episodio acuto di malattia diverticolare, stato di colite acuta, recente asportazione di polipo.

In questi casi è preferibile effettuare l’indagine a circa 1 mese di distanza.

 

L’esame è fastidioso? Quanto dura?

L’esame è generalmente ben tollerato, tanto da non richiedere nessun tipo di sedazione. I pazienti riferiscono sensazione di lieve dolore/tensione addominale durante l’insufflazione, ma tale fase dura soltanto 4-5 minuti e la sintomatologia si attenua quando l’aria viene eliminata.

Nel nostro centro siamo comunque soliti somministrare un farmaco rilassante per migliorare qualità dell’esame e la tollerabilità.

La durata media complessiva dell’esame da quando il paziente entra in sala TC a quando esce è di circa 15-20 minuti.

 

Che consigli darebbe ad un paziente?

È consigliabile venire accompagnati, infatti è preferibile non guidare nei minuti immediatamente successivi all’esame.

Nel nostro centro consigliamo un vestiario “pratico” e sportivo per agevolare le operazioni di svestizione. Suggeriamo anche di portare un cambio di biancheria.

Nelle ore successive all’esame, tenersi leggeri ai pasti evitando di re-introdurre elevata quantità di fibre o cibi irritanti; assumere molta acqua per far fronte alla perdita di liquidi avvenuta con la preparazione.

Dal giorno successivo non ci sono indicazioni particolari per l’alimentazione.

 

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