Mantenere il cuore in salute - Intervista Dott. Roveda, Cardiologo – Cesano Maderno

Lunedi 15 Febbraio 2021

Di cosa si occupa il cardiologo?

Il cardiologo è lo specialista deputato alla diagnosi, alla cura ed alla prevenzione delle malattie del cuore e dell’apparato vascolare

Per quanto riguarda il cuore il cardiologo collabora con il cardiochirurgo quando vi è la necessità di un intervento chirurgico; nelle patologie vascolari con chirurghi vascolari (angiologi) o anche con i neurologi nel caso di patologie vascolari cerebrali.

 

Come si svolge una visita cardiologica?

Una buona visita cardiologica deve comprendere una accurata anamnesi (raccolta della storia clinica del paziente) indispensabile per conoscere i precedenti clinici, i fattori di rischio ed i sintomi che hanno portato il paziente alla consulenza specialistica.

Si procede poi alla consultazione di esami clinici strumentali e di laboratorio eseguiti in precedenza dal paziente.

Il passo successivo è l’esame clinico obiettivo che prevede l’ispezione, l’auscultazione e la palpazione del cuore, dei vasi e del torace del paziente.

Si procede, nell’ambito della visita, all’esecuzione dell’elettrocardiogramma da considerarsi sempre esame di primo livello indispensabile in tutti i soggetti.

A giudizio della specialista la visita può comprendere, se necessario, una scansione ecocardiografica veloce (eco-scopia o eco-flash) al fine di escludere o confermare un sospetto diagnostico.

 

Quali sono le patologie più frequentemente diagnosticate e seguite dal cardiologo?

In termini statistici la patologia più frequente oggi è l’ipertensione arteriosa sia nella sua forma più comune e diffusa di ipertensione essenziale non complicata, sia nei casi di ipertensione complicata da danno d’organo cardiaco e vascolare con le sue varie complicanze o nelle più rare forme di ipertensione secondaria (provocata da altre malattie).

Molto comune è la cardiopatia ischemica, malattia delle coronarie che può presentarsi con svariate manifestazioni cliniche (infarto miocardico, angina pectoris, scompenso cardiaco sono le più frequenti). Estremamente comuni sono anche le aritmie cardiache tre le quali la fibrillazione atriale è di gran lunga la più frequente essendo presente in circa il 5% della popolazione generale di età superiore a 75 anni.

Uno dei motivi per cui oggi viene richiesta la visita cardiologica è il controllo dei pazienti in trattamento oncologico; il miglioramento delle cure e della prognosi di questi soggetti rende necessario il controllo dei possibili effetti cardiotossici dei trattamenti chemio e radioterapici.

Un cenno a parte sull’esecuzione di visite ed esami cardiologici da parte di soggetti asintomatici ed apparentemente sani che, sempre più spesso, ricorrono a consulenza cardiologica per valutare il proprio profilo di rischio cardiaco, eseguire una prevenzione cardiovascolare e valutare la possibilità di praticare attività sportiva. Questo tipo di approccio permette oggi di prevenire molte affezioni cardiovascolari o di curarle precocemente.

 

Quali sono i sintomi più comuni di una disfunzione del sistema cardiovascolare?

I sintomi classici di una malattia cardiaca comprendono il dolore toracico, la difficoltà di respiro, le palpitazioni e la facile affaticabilità. Anche episodi di svenimento possono essere dovuti ad una patologia cardiaca.

Molti di questi sintomi però non sono esclusivi delle malattie del cuore e possono essere provocati da malattie polmonari o neurologiche o indotti anche da disturbi psicosomatici. Risulta pertanto indispensabile la valutazione specialistica sia clinica che strumentale per una corretta diagnosi e scelta terapeutica.

 

Quali sono i principali esami utilizzati per diagnosticare una patologia del sistema cardiovascolare?

Come accennato prima l’elettrocardiogramma a riposo è e rimane esame indispensabile per una corretta valutazione cardiologica e deve essere sempre eseguito in tutti i pazienti; è un grave errore richiedere esami di secondo livello tralasciandone l’esecuzione (cosa che purtroppo oggi avviene non di rado).

L’elettrocardiogramma da sforzo viene richiesto, dopo esecuzione di ECG basale, nei casi di sintomi provocati dall’attività fisica (angina pectoris, dispnea da sforzo, palpitazioni) e, in caso di positività, permette di consigliare l’esecuzione di esami più invasivi (es. coronarografia o Tac coronarica).

L’ECG dinamico (Holter ECG) è la registrazione, mediante apparecchio portabile, dell’elettrocardiogramma per un periodo variabile da 24 a 72 ore. È indicato per la diagnosi ed il controllo della terapia dei disturbi del ritmo cardiaco (meno per la valutazione di episodi di dolore toracico).

L’ecocardiogramma bidimensionale con color doppler rappresenta oggi un esame fondamentale nella diagnostica cardiologica. Viene spesso eseguito in forma rapida (semplice eco-scopia senza calcoli matematici) nell’ambito di una visita cardiologica; più comunemente si procede ad un esame più completo (misurazione delle dimensioni delle strutture cardiache e dei flussi di sangue all’interno del cuore ed attraverso le valvole cardiache) per una più precisa valutazione diagnostica, per controlli della terapia o dopo interventi cardiochirurgici.

Anche l’ecodoppler dei vasi periferici (tronchi sovra-aortici, arterie degli arti inferiori o superiori, ecodoppler venoso degli arti) rivestono molto interesse nell’ambito della diagnosi e della prevenzione cardiovascolare.

Il monitoraggio ambulatoriale della pressione arteriosa (Holter pressorio delle 24 ore) viene utilizzato sempre più spesso nei soggetti ipertesi, sia per una corretta prima diagnosi, sia per la verifica della risposta al trattamento medico e farmacologico dell’ipertensione.

 

In quali casi è opportuno sottoporsi ad una consulenza cardiologica?

È necessario sottoporsi a visita cardiologica sempre per il controllo di malattie cardiache o vascolari note ed in terapia; la frequenza di tali controlli varia in funzione della gravità della patologia e della complessità delle cure e viene suggerita dal cardiologo stesso.

La consulenza cardiologica è opportuna in presenza di sintomi sospetti per una malattia cardiaca; lo specialista, attraverso un idoneo percorso diagnostico, sarà in grado di confermare o negare la diagnosi. In caso di responso positivo indicherà la terapia opportuna e la tempistica dei controlli successivi.

È consigliabile sottoporsi a valutazione cardiologica, anche se in buona salute, per valutare il proprio rischio cardio-vascolare in presenza di una familiarità per malattie cardiache, se portatori di fattori di rischio (fumo, diabete, ipertensione, ipercolesterolemia). Tale consiglio vale anche per soggetti di età superiore a 50 anni specie se interessati alla pratica di attività sportive.

 

Consigli per conservare il cuore in salute?

Il cuore è un organo meraviglioso in grado di funzionare benissimo per tutta la vita, come tutte le macchine necessita di una buona manutenzione che si traduce nella necessità di mantenerlo allenato praticando una regolare attività fisica che deve sempre essere proporzionata all’età ed alle attitudini fisiche del paziente senza indulgere alla pigrizia e senza esagerare. Anche una semplice passeggiata a passo spedito di 45 minuti al giorno è sufficiente a garantire livello adeguato di movimento.

Occorre poi correggere, attraverso adeguati stili di vita e/o terapie se necessario, i fattori di rischio che possono danneggiare il cuore e le arterie (in particolare le coronarie). È  pertanto necessario un adeguato controllo del peso corporeo, la normalizzazione della pressione arteriosa, la riduzione (se elevati) dei livelli ematici di colesterolo e trigliceridi e la cura del diabete se presente.

Di fondamentale importanza l’astensione dal fumo che rappresenta un formidabile fattore di rischio in grado di accellerare i danni provocati dagli altri fattori di rischio già citati. 

Desidero anche ricordare, quale fattore di rischio emergente, l’uso delle sostanze d’abuso oggi purtroppo così diffuso tra giovani e meno giovani. Cocaina, eroina, amfetamine e derivati sintetici e semisintetici della cannabis hanno effetti tossici diretti sul cuore attraverso l’induzione di aritmie cardiache (a volte fatali) e la comparsa di danni organici e non reversibili in particolare a carico delle arterie coronariche e delle valvole cardiache.

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