Papilloma Virus e tumore al collo dell’utero

Lunedi 08 Marzo 2021

Il Papilloma Virus umano (Human Papilloma Virus) è causa di quasi tutti i tumori invasivi della cervice uterina (detta comunemente “collo dell’utero”), la parte più bassa dell’utero che sporge in vagina: questa neoplasia è al secondo posto come incidenza nella popolazione femminile, insieme al cancro del colon retto, subito dopo il tumore della mammella.

L’acronimo HPV include in realtà un gruppo di virus cui appartengono più di 120 diversi tipi (più noti come “ceppi”), alcuni definiti a "basso rischio", in quanto generalmente non associati allo sviluppo del tumore e altri definiti "ad alto rischio", in quanto potenzialmente carcinogeni: HPV 16, HPV 18 e HPV 45 rappresentano i più comuni ceppi ad alto rischio, responsabili dell'80 per cento dei tumori della cervice uterina.

 

Come avviene la trasmissione del Papilloma Virus?

La trasmissione di HPV avviene soprattutto per via sessuale e circa 8 persone su 10 nel corso della vita entrano in contatto con il virus: tuttavia, nella maggior parte dei casi il sistema immunitario riesce a superare l’infezione senza alcuna conseguenza di progressione tumorale, eliminando il virus entro due anni dall’avvenuto contatto.

 

Come si individua il papilloma Virus?

Lo screening di laboratorio del carcinoma della cervice uterina si è tradizionalmente avvalso dell’esame citologico dello striscio cervico-vaginale (o Pap-test), tramite il quale il ginecologo preleva un piccolo quantitativo di cellule che vengono poi colorate e analizzate per rilevare eventuali caratteristiche modificazioni precancerose associate all’infezione da HPV e/o alla progressione tumorale; la modalità di prelievo del HPV test è sovrapponibile a quella del Pap-test tradizionale, con la differenza che l’esame di laboratorio non è mirato all’analisi citologica bensì al rilevamento mirato del DNA di HPV.

Rispetto al Pap-test, l’HPV test ha una maggiore sensibilità, cioè permette di predire la possibilità di sviluppo di lesioni che potrebbero evolversi in tumori ma è meno specifico, dato che identifica anche infezioni che potrebbero regredire spontaneamente: è stato quindi individuato come test di screening mirato per la popolazione femminile di età superiore ai 30 anni, dal momento che prima di questa età le infezioni da HPV sono molto frequenti, ma tendono ad avere decorso benigno. 

Pertanto il piano di prevenzione del Ministero della Salute ha individuato l’HPV test quale screening primario per le donne tra 30 e 64 anni, mantenendo il Pap test citologico come screening di secondo livello.

 

HPV test presso il Laboratorio Salus

L’HPV test effettuato presso il Laboratorio Salus rileva l’eventuale presenza di DNA dei tre principali ceppi di HPV ad alto rischio oncogeno (HPV 16, 18, 45) e di un gruppo che comprende gli altri undici ceppi meno frequenti (HPV 31, 33, 35, 39, 51, 52, 56, 58, 59, 66, 68).

Il test effettuato appartiene alla lista dei 15 metodi che, sulla base dei risultati degli studi clinici internazionali, risultano validati per la ricerca di HPV ad alto rischio e possono quindi essere utilizzati come test primario di screening.

In caso di HPV test negativo, si raccomanda la ripetizione a distanza di 5 anni; se il test rilevasse un ceppo HPV ad alto rischio, si procede all’analisi citologica tradizionale e ad eventuale indagine strumentale di secondo livello (colposcopia).

 

Approfondimento a cura del Dott. Paolo Varone

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