Prevenzione e chirurgia nella neoplasia polmonare – Intervista al Prof. Giovanni Battista Ratto

Martedi 12 Gennaio 2021

In Italia il tumore polmonare rappresenta la terza neoplasia più diffusa, dopo quelle al colon-retto e al seno. Sono all’incirca 41mila le nuove diagnosi annue di tumore polmonare. Tra le principali cause vi è il fumo di sigaretta. Per approfondire il percorso diagnostico e chirurgico di questa neoplasia abbiamo chiesto il parere al Prof. Giovanni Battista Ratto.

 

Quale è la Sua esperienza lavorativa e professionale? 

Ho iniziato la mia carriera lavorativa presso l’Università di Genova, dove, a 33 anni ero professore di Chirurgia Toracica. Successivamente sono diventato primario di Chirurgia Toracica all’Istituto Scientifico Tumori di Genova. Sono diventato in seguito direttore della Chirurgia Toracica del Policlinico San Martino. Oggi lavoro presso l’unità operativa di Chirurgia Toracica presso il gruppo Humanitas di Rozzano e collaboro come libero professionista presso l’Istituto Salus di Genova. 

 

Il tumore del polmone è il principale killer neoplastico e le cure sono difficili, si può fare qualcosa in merito alla prevenzione?

La diagnosi precoce è rara e difficile perché i sintomi sono tardivi e del tutto aspecifici: molto frequentemente il paziente ha un po’ di tosse, nonostante per un fumatore la tosse sia normale. Può presentare del dolore, che viene interpretato come dolore intercostale o come peri-artrite scapolo-omerale. Non abbiamo un sintomo specifico che richiama l’attenzione. Oggi sappiamo che la probabilità di guarire dipende dalla precocità della diagnosi. 

Il primo importante passo è la prevenzione primaria, ovvero la lotta contro il fumo. Il fumo rimane il principale fattore di rischio di insorgenza del tumore polmonare. E’ importante aiutare il paziente a smettere di fumare tramite approcci differenti. Esistono centri che possono accompagnare il paziente sia tramite un aiuto psicologico che farmacologico. 

Il secondo passo è sicuramente dato dallo screening che ha dimostrato avere la capacità di ridurre significativamente la mortalità del tumore polmonare di circa il 20%. Per screening si intende uno studio eseguito attraverso un esame TC a basso dosaggio, senza la necessità di utilizzo del mezzo di contrasto, in soggetti sani ma a rischio elevato di sviluppare un tumore al polmone. I casi da tenere sotto controllo sono i soggetti che hanno più di 50 anni e sono forti fumatori, si è dimostrato che per questi pazienti una TC annuale può ridurre la mortalità del 20%, un risultato davvero importante. Questo tipo di indagine nei soggetti a rischio dovrebbe essere consigliata soprattutto dai medici di base. Trattandosi di soggetti sani e non di pazienti veri e propri, l’obiettivo prioritario è non creare effetti indesiderati durante le procedure diagnostiche: bisogna adottare una serie di accorgimenti per quanto riguarda il rischio di esposizione a radiazioni, quindi capire ogni quanto sottoporre il soggetto alla TC. Per la periodicità di ulteriori indagini ci si basa principalmente sull’aumento del nodulo polmonare: un aumento di volume che supera il 10% ci obbliga ad un approfondimento, altrimenti si può procedere con dei controlli più sporadici. 

 

Quali sono state le più importanti conquiste per la terapia della neoplasia polmonare?

Le conquiste più importanti sono avvenute sia in ambito dell'oncologia medica che dell’oncologia chirurgica.

Per quanto riguarda l’oncologia medica si sono ottenuti diversi risultati sia attraverso l’immunoterapia che con le terapie target, ovvero mirate e basate su mutazioni o traslocazioni genetiche.. Per le terapie target oggi è possibile effettuare uno studio dell’intero genoma. che consente di identificare nel singolo paziente una possibile mutazione per la quale predisponiamo un farmaco specifico per quel paziente. 

Un grosso passo avanti rispetto alla chemioterapia, che fino a 10 anni fa veniva usata per qualsiasi tumore.

Per quanto riguarda invece l’oncologia chirurgica l’innovazione più importante è rappresentata dalle tecniche non invasive. Sono essenzialmente due: la VATS (chirurgia toracica video-assistita) e la RATS (chirurgia robotica). La prima è un intervento pleuroscopico, effettuata utilizzando un monitor e operando al di fuori del corpo del paziente, la seconda invece utilizza tecnologia robotica. I vantaggi sono importanti, si lavora dall’esterno del torace, dal corpo del paziente, con l’aiuto di un monitor senza divaricare le costole. C’è meno possibilità di errore e il paziente ha un recupero post-operatorio più veloce. 

È importante sottolineare che non bisogna accettare compromessi: nonostante l’evolversi della tecnologia, bisogna sempre tenere presente che l’obiettivo è la cura del tumore, una malattia mortale. La tecnica mini invasiva non è giustificata se non fornisce la migliore possibilità di guarire dal tumore. 

 

Qual è il percorso terapeutico - diagnostico?

Il percorso diagnostico nel tumore polmonare ha 3 obiettivi principali:

Fornire la diagnosi, che si può ottenere con 2 metodiche, la broncoscopia e la biopsia trans-parietale. Da questo punto di vista sono stati implementati diversi miglioramenti tecnologici. Basti pensare all’ecografia transbronchiale che consente di raggiungere linfonodi vicino alle vie aeree. La seconda via è la biopsia transparietale: l’ago passa attraverso la parete toracica. Anche in questo caso sono stati fatti dei miglioramenti tecnologici, assicurando una maggiore precisione con un minor numero di complicazioni. 

Rilevare lo stadio del tumore, effettuabile tramite due differenti metodiche, entrambe disponibili presso l’Istituto Salus di Genova: TC PET, che consente di studiare in modo accurato tutti i distretti corporei alla quale si associa una TC con risonanza dell’encefalo che aggiunge alla PET accuratezza della ricerca diagnostica delle metastasi. La stadiazione svolge quindi un ruolo fondamentale nell’elaborazione del piano terapeutico

Valutazione del rischio funzionale del paziente non solo respiratoria, ma anche cardiologica. Sotto il profilo respiratorio è necessario valutare il rischio del tipo di intervento e del recupero della respirazione. 

 

Qual è l’importanza e il valore aggiunto di un centro come l’Istituto Salus nella gestione del paziente oncologico?

Il Gruppo Alliance Medical fornisce al paziente la presenza in loco di tutti gli specialisti coinvolti che garantiscono da un lato un percorso più completo e rapido, e dall’altro delle prestazioni di eccellenza con macchinari all’avanguardia.

 

In caso di tumore polmonare avanzato la chirurgia può offrire qualche speranza?

Oggi la chirurgia anche nei casi più avanzati può dare dei vantaggi, ma bisogna sempre focalizzare l’attenzione nella selezione dei pazienti. È fondamentale l’integrazione delle varie terapie: farmacologica, chemioterapia, radioterapia e chirurgia. A seconda della tipologia del paziente queste caratteristiche vanno integrate. 

 

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