A gennaio abbiamo parlato di quando e come si svolge una visita ginecologica e, in occasione del mese dedicato alla prevenzione del tumore al collo dell’utero, approfondito il tema con il Dottor Danilo Gneo, medico ginecologo e Direttore Sanitario del Centro Ricerche Cliniche, di Linea Medica e del centro PO.MED.
La prima visita ginecologica va effettuata a distanza di 3 mesi dall'inizio dell'attività sessuale, successivamente, in assenza di sintomi è bene programmare la visita dal ginecologo almeno 1 volta all’anno. Un esame importante da fare almeno ogni 3 anni è il Pap test. Inoltre, per completezza è utile affiancare la visita ginecologica a quella senologica eseguendo un’ecografia al seno, dai 20 anni in su e una mammografia, dai 40 anni in su. Se, invece, si presentano sintomi come perdite vaginali, prurito intimo, dolori durante i rapporti sessuali, ciclo mestruale irregolare, mestruazioni dolorose e abbondanti o dolori pelvici o addominali costanti, allora è meglio rivolgersi subito al ginecologo che valuterà la presenza o meno di eventuali patologie degli annessi o dell’utero e potrà prescrivere o eseguire direttamente gli esami diagnostici più utili per formulare una corretta diagnosi come, ad esempio, l’ecografia transvaginale.
Durante la visita ginecologica la paziente si siede sul lettino ginecologico a gambe divaricate. Il medico esegue l’esplorazione visiva della vulva e introduce in vagina un piccolo divaricatore in plastica monouso, che permette di visualizzare il collo dell’utero ed eseguire il Pap Test. Rimosso il divaricatore, si procede all’esplorazione vaginale: il medico, attraverso un dito in vagina, valuta le caratteristiche dell’utero e delle ovaie. La visita ginecologica può essere completata da un’ecografia transvaginale, per valutare la presenza o il sospetto di patologie come fibromi, polipi endometriali o cisti ovariche. La visita e l’ecografia non sono dolorose. Se il medico avverte tensione muscolare inviterà la paziente a rilassarsi e questo migliorerà la qualità della visita.
I sintomi del tumore del collo dell'utero sono vari: sanguinamento atipico; secrezione cervicale o vaginale persistente, spesso con caratteristiche molto simili ad infezioni; dolore pelvico durante i rapporti; sanguinamento dopo un rapporto di coppia.
La principale causa del tumore del collo dell'utero è l'infezione da HPV. Il Papilloma Virus Umano è, dunque, la causa imprescindibile di questa malattia, ma da solo non basta a determinare l'origine del tumore del collo dell'utero. Un ruolo estremamente importante lo gioca il sistema immunitario del soggetto che viene a contatto con l'HPV. Deficit immunitari possono favorire il replicarsi del virus con conseguente insorgenza di anomalie cellulari che portano allo sviluppo del tumore.
Il Pap Test è l'esame principe per la diagnosi del tumore del collo dell'utero. Il riscontro di anomalie cellulari distinte in H-SIL e L-SIL rende necessaria l'esecuzione della colposcopia durante la quale si eseguiranno dei prelievi bioptici di conferma.
È possibile prevenire il tumore al collo dell’utero? Attraverso i percorsi di prevenzione, non solo è possibile la diagnosi precoce del tumore al collo dell’utero, ma ancora più importante è possibile identificare le lesioni che precedono il tumore vero e proprio; inoltre, attraverso la prevenzione primaria, e cioè la vaccinazione per l’HPV, abbiamo un’arma estremamente efficace contro questo tipo di malattia. Condividi