I problemi cardiaci nei bambini non sono così rari come si tende a pensare. Pur rappresentando una percentuale ridotta dei disturbi pediatrici complessivi, interessano un organo vitale e richiedono quindi un’attenzione particolare da parte di medici e genitori. In Italia, la qualità degli screening neonatali e pediatrici consente di individuare precocemente la maggior parte delle anomalie e di gestirle con grande efficacia, garantendo ai piccoli pazienti un percorso di cura tempestivo e sicuro.
Ne abbiamo parlato con la dott.ssa Cecilia Del Vecchio, specialista in cardiologia pediatrica presso l’Istituto Salus, che ha spiegato in cosa consistono le principali patologie cardiache infantili, come riconoscerne i sintomi e quando è opportuno rivolgersi a uno specialista.
I disturbi cardiaci in età pediatrica si dividono in due grandi categorie: le cardiopatie congenite, presenti fin dalla nascita, e le cardiopatie acquisite, che si sviluppano successivamente, spesso a causa di infezioni o infiammazioni.
Nelle cardiopatie congenite, il cuore si forma fin dall’epoca fetale in modo diverso dal normale. Questo può comportare piccole anomalie, come un foro nella parete che separa le camere cardiache, oppure difetti più complessi che coinvolgono valvole o vasi sanguigni. Le cardiopatie acquisite, invece, derivano da processi infiammatori come miocarditi e pericarditi, causati da virus o batteri comuni che, in alcuni casi, possono colpire anche il cuore.
Grazie alla diagnosi precoce e alla collaborazione tra pediatri e cardiologi, la maggior parte di queste situazioni viene gestita con successo, riducendo il rischio di complicanze.
Le cardiopatie congenite derivano da un’anomala formazione del cuore durante la gravidanza. Le forme più frequenti sono il difetto interatriale (foro tra gli atri), il difetto interventricolare (foro tra i ventricoli) e alcune anomalie valvolari, come la stenosi polmonare o aortica. Tra le alterazioni più comuni rientra anche la persistenza del dotto di Botallo, un canale che dovrebbe chiudersi dopo la nascita.
Le cause non sono sempre identificabili: nella maggior parte dei casi si tratta di anomalie genetiche, ma possono contribuire anche fattori familiari o problemi durante la gravidanza. Gli esami prenatali e le ecografie fetali permettono oggi di individuare precocemente molte di queste malformazioni e di pianificare le cure già prima della nascita.
Le cardiopatie acquisite, invece, si sviluppano dopo la nascita e colpiscono un cuore strutturalmente sano. A differenza di quanto avviene negli adulti, non sono legate a stili di vita scorretti ma a infezioni virali o batteriche che possono infiammare il muscolo cardiaco (miocardite) o il pericardio (pericardite). Nella maggior parte dei casi sono forme lievi, ma talvolta possono richiedere un monitoraggio prolungato per prevenire complicanze.
Il soffio al cuore nei bambini è un riscontro molto comune durante le visite pediatriche. È un rumore aggiuntivo percepito durante l’auscultazione, ma non significa automaticamente che esista una malattia. Nella maggior parte dei casi si tratta di soffi innocenti o funzionali, che non corrispondono a difetti strutturali e non richiedono alcuna terapia.
Solo raramente il soffio indica un’anomalia cardiaca, come un difetto nel setto o una valvola che non funziona correttamente. In questi casi il cardiologo prescrive un ecocardiogramma, esame non invasivo che consente di visualizzare la struttura e la funzionalità del cuore. La maggior parte dei bambini, compresi i neonati, presenta soffi transitori che scompaiono con la crescita.
Lo scompenso cardiaco pediatrico è una condizione in cui il cuore non riesce a pompare il sangue in modo adeguato. Le cause principali sono cardiopatie congenite importanti o aritmie che fanno battere il cuore troppo rapidamente, soprattutto nei neonati.
Quando il cuore è costretto a lavorare in condizioni anomale, può affaticarsi e ridurre la propria efficienza. In questi casi è fondamentale intervenire rapidamente per ripristinare un ritmo cardiaco normale e favorire il recupero della funzione.
I sintomi dei problemi cardiaci nei bambini cambiano a seconda dell’età. Nei neonati, i segnali principali sono la difficoltà a terminare la poppata, la stanchezza durante l’allattamento, la crescita lenta e un respiro affannoso.
Nei bambini più grandi e negli adolescenti, i campanelli d’allarme possono essere la percezione di battiti accelerati o irregolari, dolori al petto, svenimenti o stanchezza anomala durante lo sforzo. Tuttavia, molti di questi sintomi possono essere del tutto normali e non legati a una cardiopatia. Per questo è importante parlarne sempre con il pediatra, che valuterà se procedere con un controllo specialistico.
Il pediatra di base è la figura chiave per riconoscere eventuali disturbi cardiaci, perché conosce il bambino e può notare cambiamenti nel comportamento o nella crescita. Un neonato che non si alimenta bene, un bambino che si affatica facilmente o un adolescente che riferisce palpitazioni devono essere valutati con attenzione.
Quando il pediatra sospetta un’anomalia, indirizza la famiglia a una visita di cardiologia pediatrica, durante la quale vengono effettuati gli esami di approfondimento necessari.
La diagnosi dei problemi cardiaci nei bambini si basa su una combinazione di visita clinica ed esami strumentali.
La visita consente di ascoltare i toni cardiaci e identificare eventuali soffi. L’elettrocardiogramma (ECG) analizza l’attività elettrica del cuore, mentre l’ecocardiogramma utilizza gli ultrasuoni per valutarne struttura e funzione in modo sicuro.
In caso di sospette aritmie, può essere prescritto un Holter cardiaco, che registra il ritmo del cuore per 24 ore o più. Nei ragazzi che praticano sport, la prova da sforzo permette di valutare la risposta del cuore all’attività fisica. Solo nei casi più complessi si ricorre a esami avanzati, come la risonanza magnetica o la TAC cardiaca, per analizzare in dettaglio la morfologia del cuore e dei vasi.
È consigliabile rivolgersi a un cardiologo pediatrico quando il pediatra rileva un soffio persistente, se il bambino mostra difficoltà respiratorie o di crescita, o in presenza di episodi di svenimento, palpitazioni o affaticamento inspiegabile.
La tempestività della diagnosi è fondamentale: una patologia individuata e trattata subito può essere completamente risolta, mentre una diagnosi tardiva può rendere il percorso più complesso. Grazie ai progressi della cardiologia pediatrica, oggi la maggior parte delle cardiopatie può essere curata con successo, permettendo ai bambini di condurre una vita piena e serena.

